La Città di Ottone - Recensione

 





Lessi questo libro poco dopo la sua prima pubblicazione. Era un periodo in cui avevo letto davvero tanti fantasy, alcuni più riusciti e altri meno (almeno a mio parere), ma tutti di stampo occidentale.  Ero quindi alla ricerca di qualcosa che proponesse elementi di culture diverse; avevo bisogno di una ventata di aria fresca, almeno relativamente al mio panorama fantasy di allora.

In quel periodo avevo finito da poco "Rebel of the Sands" di Alwyn Hamilton, una serie YA dalle premesse interessanti, ma forse un po' superficiale e semplicistica dal punto di vista dello sviluppo e del worldbuilding, con un più un'attenzione eccessiva sulla romance, almeno per i miei gusti. Quel che mi era piaciuto erano l'ambientazione e la mitologia di stampo medio-orientale e musulmana ed ero alla ricerca di qualcosa di simile, ma più approfondito.

Proprio allora mi sono imbattuta in "The City of Brass".

Ambientata nell'Egitto del XVIII secolo la storia segue Nahri, una ragazza con doti da guaritrice che si trova invischiata in un mondo di magia, djinn, dei antichi e dimenticati. 

Come potete immaginare ciò che mi ha attratta è stata proprio la presenza di una mitologia "diversa" da quella a cui ero abituata. La presenza di questi dei, djinn demoni e creature che abitano un mondo di cui non avevo letto prima. Le regole che lo dominano saranno presentate ed esplorate a dovere in questo e negli altri volumi, rendendo la trilogia una delle mie preferite in relazione ai sistemi magici. Certo non siamo ai livelli di un Sanderson, che ha pochi rivali su questo piano. Pochi riescono come lui a creare un sistema così ricco e dettagliato. Ciò nonostante penso che quello portato dalla Chakraborty si collochi comunque su un gradino superiore rispetto alla media.

Dal punto di vista del world building il primo libro è forse quello più carente e potrebbe lasciare chi cerca un mondo articolato non troppo incline a continuare la trilogia. A questo proposito vi direi solo di avere pazienza e aspettare i libri successivi. Nel secondo verrà approfondito, mentre nel terzo raggiungerà il suo massimo, anche se forse avrei preferito ancora qualcosina in più.

Oltre a questi aspetti, già da questa lettura si può intravedere quello che secondo me sarà il punto forte della serie: gli intrighi politici. Ciò che davvero mi ha fatto amare la trilogia e l'ha resa una di quelle che ho apprezzato di più negli ultimi anni è proprio la descrizione dei meccanismi politici che muovono il mondo creato dall'autrice (ma che raggiungeranno il loro splendore solo nel secondo libro).

Sono poi da citare Nahri e i personaggi secondari. Nessuno manca di una sua storia e profondità, di conflitti che motivano scelte e azioni. Nahri stessa nel primo volume potrebbe apparire meno matura e presentare un character developement minore, ma trovo sia tutto inserito alla perfezione nel disegno più grande della trilogia e nel arco di crescita del personaggio.

Una cosa che potrebbe invece fare desistere alcuni dal continuare la trilogia è il fatto che questo primo volume si focalizza molto sulla presentazione di un secondo personaggio di nome Dara, una trama che forse non sempre brilla in in originalità e stile, ma che è funzionale e necessaria, sia alla storia della trilogia che alla crescita di Nahri.

In conclusione posso dirvi questo: "La Città di Ottone" è un libro che mi è piaciuto, ma non tanto come i due volumi successivi. Quello che mi ha convinta  a leggere gli altri volumi sono la struttura mitologica e l'ambientazione per me diversa; un' ottima scelta che mi ha portato al secondo libro, che è quello che mi ha davvero convinta della qualità della serie (ma di cui vi parlerò più avanti).

Non posso parlare a livello di stereotipi presenti e fedeltà nel sistema descritto, perché non possiedo molte conoscenze relative alla cultura egiziana e/o musulmana. Nel complesso mi è sembrata buona, ma lascerò ad altri più esperti il giudizio.

Il consiglio che mi sento di dare a chi ha letto il primo volume e non è stato convinto è: andate avanti, perché secondo me il secondo libro merita. La protagonista non è ancora abbastanza matura? La trama con Dara non vi convince? Lo so, ma se volete world building, intrighi e un tuffo ancora più profondo nel sistema mitologico, appunto, fidatevi di me: andate avanti.


Voto: 3.5

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