La Vita Invisibile di Addie LaRue - Recensione

 


"La Vita Invisibile di Addie LaRue" di V.E. Schwab non è un libro per tutti. 

Non nel senso che stravolge i canoni e stupisce, ma direi quasi il contrario.

Non è per tutti, perché, a parer mio, ha un target molto ristretto: i fan della Schwab e persone che amano il genere e/o che non hanno ancora letto e visto molto degli archetipi utilizzati in questo libro.

Intanto il genere può essere considerato fantasy nel senso che c'è l'elemento sovrannaturale dell'immortalità e di come è stata elargita, ma più che altro è un romance. Puro. Fatto e finito. Senza ombra di dubbio. Adamantino.

E a me piace il romance. Se fatto bene. SE fatto bene.

In più è uno young adult .

'E ti stupisci?" dirà magari qualcuno.

No, dirò io. Ma lo young adult ormai è un genere con dei contorni abbastanza sfumati (e si potrebbe fare tutto un discorso sull'argomento) e non si capisce mai davvero a cosa si andrà incontro finché non si legge il libro in questione.

Questo è uno young adult: dai temi, a come vengono gestiti, a quanto vengono approfonditi, alla concentrazione quasi esclusiva sulla relazione tra i personaggi in maniera quasi semplicistica per argomenti così delicati.

E questo non è per insultare gli young adult, ma per precisare che è quello che spesso si riscontra in un genere che, come suggerisce il titolo, è spesso indirizzato a un pubblico presumibilmente meno "maturo" e con meno esperienze (altro discorso che si potrebbe aprire).


In secondo luogo i temi principali sono la perdita dell'anima e il ricordo. Il primo è stato sfruttato molte volte, per cui alcune dinamiche risulteranno già viste, il secondo mi è molto caro perché lo trovo affascinante. Se gestito bene. SE gestito bene (tutte le storie di fantasmi, tra cui mi piace citare alcuni lavori di Guillermo del Toro,ma anche Millenium Actress di Satoshi Kon, ma non solo).

Il problema principale che ho riscontrato in questa storia è la banalità con qui viene, appunto gestito tutto.  Dai temi, alle scelte stilistiche, alla prevedibilità a volte sconcertante della trama (tutti i colpi di scena per me non lo erano), ai comportamenti dei protagonisti, alle citazioni introdotte.

È banale.

E può esserci bellezza nella banalità. Ce ne può essere davvero; ma è una cosa tanto complicata da ottenere, non è facile e o si affronta consapevoli e si scrive un certo tipo di libro o si rimarrà semplicemente banali.

Ed è in difetti che si scorge in ogni pagina. In più il  ritmo è lento, non ci sono davvero descrizioni di quello che vede il personaggio. È una storia che non trovo particolarmente dettagliata. È una storia che ritengo anche sia difficile affrontare come dovrebbe essere affrontata (anche solo con una ricerca storica che sembri meno superficiale) senza una serialità.

Di sicuro il libro risponde allo "scopo". Semplicemente ritengo un peccato sprecare dei begli archetipi senza dare loro il giusto sviluppo e quel che avrebbe permesso al libro di rimanermi impresso pur avendo già visti e rivisti certi temi.

In più la narrazione è al presente: not my cup of tea

"La vita invisibile di Addie LaRue è un brutto libro?"...Ni...?

Domanda più facile? Chiedo l'aiuto del pubblico!

"Mi può piacere?" Forse.

"A te è piaciuto?" No.

Voto: 2/5 ⭐ 

"La Vita Invisibile di Addie LaRue" di V.E. Schwab uscirà il 24 novembre 2020 per Mondadori. 




Commenti

  1. Sono d’accordo con te. È un romance fatto e finito. Avrebbe potuto essere un libro di almeno 200 pagine in meno. Il personaggio di Luc che magari poteva essere quello più decente alla fine si è dimostrato essere un demonietto capriccioso e geloso. Un demone di non so quanti anni. Anzi secoli. Bah vabbè.

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