Gideon La Nona - Recensione Spoiler-free
Nell'Anno Miriadico di nostro Signore - il decimillesimo anno del Re Imperituro, benevolo Principe della Morte! - Gideon Nav prese la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e fuggì dalla Nona Casa.
No, tranquilli, non è uno spoiler, è solo l'incipit di "Gideon la Nona" ed è un bell'esempio del tono di tutto il romanzo.
Dopo aver visto numerose recensioni positive relative a questo libro non potevo evitare di leggerlo anche io e, che dire...
Gideon, sono tua.
Di seguito la trama:
L'imperatore ha bisogno di negromanti. Il nono negromante ha bisogno di una spadaccina. Gideon ha una spada, non ne può più di tutta quella robaccia da non morti in mezzo a cui è cresciuta e vorrebbe sfuggire al destino che la attende: una vita come servitrice e un post-vita come corpo rianimato. E così si prepara a fuggire. Ma la sua nemesi non la lascerà libera senza chiedere qualcosa in cambio...
Quindi, perché DOVETE leggerlo?
Il punto forte del romanzo è senza dubbio il personaggio principale: la caratterizzazione, l'irriverenza, la testardaggine e l'improbabile descrizione di questa red head con mantello e occhiali da sole specchiati sono ciò che ti fanno chiudere un occhio sugli aspetti meno riusciti del romanzo.
C'è poi il rapporto tra Gideon e Harrow, che appena abbassi la guardia ecco che ti si ripresenta davanti agli occhi in botte (tante botte) e risposte.
E prende, gente, prende eccome.
Tenete però questo in considerazione: se non vi piace un linguaggio "forte" nei libri, condito da tanti "ca**o" e "vaf*****lo", il grim e dark fantasy e scene violente, forse non fa per voi. Anche se io consiglio vivamente a tutti di passare oltre a questi dettagli e godersi un buon libro.
Nel suo complesso ha un ritmo incalzante, un bella trama mystery che pone le basi per i libri successivi e un'atmosfera ben definita e weird, data anche dai contrasti creati dall'autrice nelle descrizioni e nello stile narrativo: ci sono tantissime sinestesie e aggettivi che non rientrano nel campo semantico della parola data in una frase o in un certo momento. Tutto aiuta a creare questa contrapposizione e questa idea di "stranezza" per l'intero romanzo. Anche se bisogna riconoscere che anche a causa di questa scelta stilistica ci sono delle parti in cui non si capisce bene cosa stia succedendo esattamente.
Ora quello che mi ha lasciato perplessa.
Tutto il libro pecca nell'ambito del worldbuilding: è poco chiaro e parecchio confuso, probabilmente per non dare troppi elementi al lettore per risolvere il mistero.
Inoltre, personalmente, avrei preferito un maggior numero di eventi per spiegare meglio l'evoluzione di alcuni personaggi e dei loro rapporti. Una volta arrivata alla fine non ho sentito questo terribile senso di perdita che a volte sento in altri libri, quello per cui ti sembra di aver abbandonato (per un po') dei personaggi e un mondo, e credo sia dovuto anche a questo. Lo sviluppo psicologico è buono, ma poteva essere ottimo.
In generale è un bel libro (per quanto possa suonare banale) ed è un buonissimo primo libro per una serie, ma è solo volutamente troppo criptico ed omette molto sotto alcuni aspetti probabilmente per dare spazio a un ulteriore sviluppo a suon di colpi di scena nei libri successivi. Io forse avrei preferito qualcosa di meno ermetico e più chiaro, ne avrebbe giovato all'economia totale del romanzo.
Sicuramente vi lascerà là a sbavare per il secondo e l'impressione generale è molto buona, ma ci sono troppi dettagli confusi, non definiti e che lasciano perplessi.
Se fosse un secondo libro, e non un primo, sarebbe un 3/5 perché ci sono dei difetti che giustifico di più per l'inizio di una saga In generale, tendo a essere più buona con il primo libro perché uno dei suoi doveri principali è introdurre il lettore alla serie e, anche se disordinatamente, lo ha fatto.
Ciò nonostante vedremo con il secondo libro.
"Eeeeeeh difficilina" direte voi.
"Probabile" risponderò io.
"Due per la disciplina, del giudizio incurante;
Tre per una gemma o un sorriso smagliante;
Quattro per la lealtà, che guarda avanti;
Cinque per la tradizione e il dovuto ai defunti;
Sei per il vero, che la menzogna scalfisce;
Sette per la bellezza che sboccia e perisce;
Otto per la salvezza, che nessun prezzo rifiuta;
Nove per il Sepolcro e per ogni cosa perduta"
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